Scuola, puoi rischiare di andarci per tutta l’estate: ecco cosa sta cambiando

Sta diventando tangibile il rischio per gli studenti di andare a scuola per tutta l’estate. Il calendario sta cambiando.

Quando a giugno suona la campanella dell’ultimo giorno di scuola gli studenti tirano un sospiro di sollievo e si preparano a tre mesi di vacanze. Per i ragazzi e i bambini vuol dire piscina, libertà di giocare e dimenticarsi dei libri, ma per molti genitori è l’inizio della disperazione. Non tutti hanno la possibilità di iscrivere i figli ai centri estivi e tre mesi con i bimbi a casa non sono facili.

Andare a scuola per tutta l'estate
C’è il rischio di andare a scuola per tutta l’estate- (Newtonline.it)

Ormai sono anni che la durata delle vacanze estive suscita polemiche, soprattutto considerando che il nostro paese prevede una pausa più lunga rispetto al resto dell’Europa. In Germania ad esempio partono a fine luglio e si concludono a metà settembre. E da qualche mese sta girando una petizione dell’organizzazione no profit WeWorld che fa riflettere sulla questione.

Dal 7 febbraio 2023 le firme raccolte ammontano a 30.000 e l’obiettivo dichiarato è estendere l’apertura delle scuole ai mesi estivi, con il tempo pieno. Gli ideatori suggeriscono che gli istituti scolastici potrebbero prevedere dei laboratori o altre attività extrascolastiche per mantenere i ragazzi stimolati. Non per tutti, ma per la fascia di età compresa fra i 3 e i 14 anni.

Andare per tutta l’estate a scuola risolverebbe alcuni problemi

Le motivazioni alla base della petizione sono più di una. La prima è di carattere educativo e rimarca come 14 settimane di pausa portano i ragazzi a perdere l’abitudine allo studio. Una volta che rientrano sui banchi a settembre hanno dimenticato tutto e la ripresa si dimostra sempre difficile. Anche la dinamica delle relazioni fra i compagni di classe pare risentirne secondo alcuni.

Il calendario scolastico sta cambiando
Andare a scuola d’estate migliorerebbe il rendimento degli studenti- (Newtonline.it)

Il problema principale però rimane il fatto che le famiglie spesso hanno difficoltà ad organizzarsi per la gestione dei figli mentre le scuole sono chiuse. I bambini e i ragazzi si trovano a casa mentre entrambi i genitori sono al lavoro e affidarli ai nonni o ai centri estivi non è possibile a tutti. Basti pensare a chi ha risorse finanziarie limitate o chi ha i parenti in un’altra regione.

D’estate le diseguaglianze sociali si fanno sentire più che mai proprio per questo motivo. Le famiglie con più soldi fanno divertire i bambini ai campi scuola, quelle meno agiate li fanno restare soli e annoiati a casa. Le scuole invece sono un servizio pubblico, e restando aperte risolverebbero facilmente questi problemi.

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